SIXXI

XX CENTURY STRUCTURAL ENGINEERING: THE ITALIAN CONTRIBUTION

ERC Advanced Grant 2011
PI: SERGIO PORETTI e TULLIA IORI

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COPERTINA
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Il 14 agosto 2018 alle ore 11:36 è crollata la pila 9 del viadotto sul Polcevera a Genova, opera di Riccardo Morandi.
Il crollo, che ha coinvolto circa 240 metri di impalcato, ha causato la morte di 43 persone: per lo più ragazzi e giovani famiglie con bambini, diretti in vacanza o di ritorno, che passavano per la prima volta sul ponte, oltre ad autisti e operai che invece, come tutti i giorni, andavano a lavorare al porto o operavano nelle aziende sotto la pila. Vittime inconsapevoli del rischio che stavano correndo mentre forse altri sapevano e non li hanno fermati. Un nuovo Vajont.
Un ponte non può crollare, non aperto al traffico: non senza un evento imprevedibile (e viene in mente solo un terremoto fuori scala).
Ci sono uffici che ne hanno in carico la responsabilità e si occupano regolarmente del suo stato di conservazione.
Ci devono essere e c'erano in questo caso.

Il viadotto sul Polcevera era un capolavoro, l'opera più originale del nostro ricco patrimonio di ponti, l'icona più famosa dell'ingegneria strutturale Made in Italy. Si tratta del primo ponte strallato "omogeneizzato", cioè il primo ponte in cui Morandi applica la sua "invenzione": "coinvolgere" i trefoli di acciaio degli stralli in una guaina protettiva di cemento armato, precompresso in modo da non essere mai sottoposto a trazione e quindi evitare le fessure. Ma non solo: la guaina esercita un ruolo chiave anche nel ridurre il fenomeno della fatica nei cavi di acciaio, essendo stata concepita per collaborare alla resistenza durante il passaggio dei carichi viaggianti, anche aumentando di molto la sezione utile e quindi riducendo sensibilmente gli allungamenti dello strallo.

Riccardo Morandi è stato il progettista di ponti più bravo di tutti, senza paragoni possibili in Italia e con pochi rivali nel mondo. Morandi ha costruito circa 200 ponti, in gran parte nel nostro territorio e molti all'estero, tutti con innovazioni importanti che hanno rappresentato progressi enormi per la scuola italiana di ingegneria.
E il crollo non è certo colpa sua: non ha sbagliato i calcoli e non ha mal interpretato la concezione strutturale: tra l'altro queste accuse, che pure si sono sentite subito dopo l'evento, avrebbero avuto un senso se il ponte fosse crollato dopo qualche mese, non dopo 51 anni di servizio. E allora, che cosa è successo?
Aspettiamo la conclusione delle indagini per avere più informazioni, ma senza dubbio è stato un problema legato alla mancanza di manutenzione, rimandata per troppo tempo.

COPERTINA Nei giorni successivi al crollo sono stata ospite in molte trasmissioni televisive della RAI.
Per sostenere con forza quanto detto sopra, cercando di spiegarlo a più persone possibile.

Qui ci sono i link per rivedere gli interventi in diretta



COPERTINA Se volete approfondire la genesi dell'invenzione di Morandi, potete scaricare la puntata del fotoromanzo dedicata a questo:

Fotoromanzo SIXXI. 8. L'invenzione di Morandi, a cura di Tullia Iori e Sergio Poretti





COPERTINAinserito in questo libro:

Tullia Iori, Sergio Poretti (a cura di), SIXXI 4 - Storia dell'ingegneria strutturale in Italia, Gangemi, Roma 2017

Il volume SIXXI 4 si può acquistare qui:
Gangemi Editore o qui Amazon


Altre iniziative successive:

COPERTINA When Bridges collapse: the Genoa Disaster, «BBC Two», 12 agosto 2019 ore 21:00






COPERTINA A. Brambilla, "Demolire il Morandi vuol dire dimenticare", «Il Foglio», 20 marzo 2019

"Demolire il Morandi vuol dire dimenticare: intervista a Tullia Iori", video a cura di A. Brambilla, «Il Foglio», 20 marzo 2019




"What caused the Genoa bridge collapse and the end of an Italian national myth? ", «The Guardian», 27 febbraio 2019

G. Sorgi, "La demolizione del ponte Morandi è una scelta di pancia", «Il Foglio», on-line, 17 dicembre 2018

F. Karrer, T. Iori, R. Realfonzo, Ripristinare Ponte Morandi? Soluzione rapida e sostenibile, «Il Sole 24Ore», 11 ottobre 2018, p. 24

T. Iori, Riccardo Morandi non era un pirla, «Maxim», 2, ottobre/novembre 2018, pp. 36-37