Tullia Iori e il SIXXI TEAM sono felici di invitarvi alla SIXXI Lecture:
Sergio Poretti
Il linguaggio delle strutture. La scuola italiana di Ingegneria
La lectio magistralis mira a svelare l'identità dell'ingegneria strutturale italiana nel Novecento, collocandola all'interno della storia economica e culturale del Paese e riconoscendole un ruolo da protagonista nel successo internazionale del Made in Italy.
11 dicembre 2014 - 16:00 Università degli studi di Roma Tor Vergata Via del Politecnico 1
Aula convegni - Macroarea di Ingegneria
4 ottobre 1964, San Francesco, patrono d'Italia: si inaugura l'Autosole.
La sua costruzione è stata un'impresa epica: appena 8 anni di lavori per realizzare i quasi 800 chilometri della spina dorsale del Paese. "L'autostrada più bella del mondo", appare ai tecnici stranieri: tanto che - non ancora completata - i suoi ponti sono subito esposti al MOMA di New York.
I protagonisti di questa avventura costruttiva sono centinaia di ponti, necessari affinché il nastro stradale possa snodarsi morbido e sinuoso sul nostro territorio, bellissimo quanto difficile.
Il progettista dell'intero tracciato, l'ingegnere Francesco Aimone Jelmoni, aveva immaginato di ripetere identica la stessa tipologia. Ma Fedele Cova, l'amministratore delegato della Società Autostrade, sceglie di affidare i lavori di costruzione con la procedura dell'appalto concorso, dividendo il percorso in centinaia di piccoli lotti di pochi chilometri ciascuno: l'idea è che tutte le imprese italiane possano essere coinvolte e tutti gli ingegneri progettisti italiani possano disegnare il loro originale ponte per la strada dell'Unità nazionale.
Così i ponti dell'Autosole, tutti diversi, portano ciascuno la firma di uno dei protagonisti dell'ingegneria italiana del Novecento: Riccardo Morandi, Silvano Zorzi, Giulio Krall, Arrigo Carè e Giorgio Giannelli, Carlo Cestelli Guidi, Guido Oberti e tanti altri, chiamati da imprese orgogliose di contribuire a questo progetto collettivo, nel rigoroso rispetto dei costi previsti e chiudendo i cantieri con qualche mese di anticipo.
Tutti i ponti - tranne due, sul valico del Citerna - sono di cemento armato: di cemento armato ordinario o di cemento armato precompresso, l'ultimo nato ma già preferito per il grande ponte sul Po e per quelli sull'Arno. Il cemento è gettato in opera, in cantieri a bassa meccanizzazione, in cui si inventano però sofisticate tecniche artigianali per velocizzare i lavori, dalle "centine traslabili per archi gemelli" ideate da Ferdinando Innocenti alle "teleferiche-blondin a falconi oscillanti" di Eusebio Cruciani, impiegate tra l'altro per il ponte sull'Aglio e per quello sul Sambro.
La sequenza di capolavori strutturali, che come un ricamo collega Milano e Napoli, dà energia al paesaggio e dà energia al Paese, contribuendo al boom economico e al successo del Made in Italy nel mondo.
Sergio Poretti, Tullia Iori and the SIXXI TEAM are delighted to launch their new publication:
SIXXI 1 Storia dell'ingegneria strutturale in Italia a cura di Tullia Iori e Sergio Poretti
La ricerca SIXXI (Twentieth Century Structural Engineering: The Italian Contribution) ha lo scopo di ricostruire la storia dell'ingegneria strutturale in Italia. Una storia avvincente, a tratti gloriosa, e comunque singolare. Una storia, inopinatamente, dimenticata. Nei volumi di questa serie intendiamo raccontare la vicenda, così come la veniamo man mano riscoprendo. Le indagini restituiscono alcuni episodi della storia, recuperati con studi trasversali su territori largamente inesplorati. In appendice, un fotoromanzo a puntate (invenzione italiana) illustra in breve la sequenza complessiva degli eventi e delle opere principali e ripropone l'universo figurativo scomparso dell'ingegneria moderna.
STRUTTURE ROMANE - montuori musmeci nervi
curated by Margherita Guccione and Tullia Iori
A dynamic equilibrium between continuity and innovation: this has Rome transformed into something familiar a number of innovative structures by the most famous engineers of the 20th Century, absorbing them within its millennial process of stratification.
Iconic buildings and points of reference for the city such as Stazione Termini by Eugenio Montuori, the Palazzetto dello Sport and the papal audience hall by Pierluigi Nervi, the bridge on the Appia Antica, the new general market on Via Prenestina and the consolidation of the Basilica of Maxentius by Sergio Musmeci, are just a few of the works chosen to illustrate how even reinforced concrete, when handled by great masters, has contributed to the appeal of the city and stood up to the comparison with its eternal beauty.
On show are a selection of studies, plans, models, drawings, contemporary videos and photographs from the collection relating to the engineers of the 20th Century conserved in the MAXXI Architettura Archives Centre.
Tullia Iori, Sergio Poretti and the SIXXI TEAM invite you to the conference by
Pepa Cassinello "On Eduardo Torroja's works"
October 28, 2013 at 9:30, University of Rome Tor Vergata Engineering Area, C2 room
PEPA CASSINELLO - SIXXI VISITING PROFESSOR
Pepa Cassinello is Profesora Titular at Universidad Politécnica de Madrid, Escuela Técnica Superior de Arquitectura, Department of Construcción y Tecnología Arquietctónicas. She is also Director of the Eduardo Torroja Foundation, created in 2004.One of the Foundation's main aims is to update, maintain and publish a detailed inventory of all the documents comprising Eduardo Torroja's scientific and technical legacy, regardless of their location.
Her research field is the Construction History and, in particular, the Spanish School of Structural Engineering in XX Century. She curated important exhibitions on this subject, including: "The Spirit of an Idea in Print", tribute to the Journal "Informes de la Construcción", founded by Eduardo Torroja in 1948 (since 2008, itinerant exhibition with 8 venues in Spain); "Félix Candela/The Achievement of Slenderness", tribute to Félix Candela in the centenary of his birth (Madrid 2010; Munich 2011; Berlin 2011); "Light structures", where projects from the office schlaich bergermann und partner were shown in models and illustrations (since 2011, itinerant exhibition); "Ildefonso Sánchez del Río /El Ingenio de un Legado", on the works of this talented engineer.
The result of her research work has been published in many books, journal articles, essays. More recent books focused on Félix Candela, Eduardo Torroja, Idelfonso Sánchez del Río; journal articles span from design, mechanics and construction of Spanish Gothic Architecture to the contribution on the theory of structures by the genial engineer Heinz Hossdorf (1925-2006).
Since 1980 to 2008, Pepa was also Co-director of the Estudio de Arquitectura Cassinello. In this role, she was awarded of many prizes relating to restauration works of relevant historic buildings.
OMAGGIO AD ALDO FAVINI
Tullia Iori, Sergio Poretti e tutto il SIXXI TEAM sono vicini alla famiglia e in particolare a Bernardo per la dolorosa scomparsa, il 14 settembre 2013, di
ALDO FAVINI
Pioniere del cemento armato precompresso in Italia, Aldo Favini ha saputo interpretare magistralmente la nuova tecnica costruttiva, contribuendo con le sue opere a fare grande l'ingegneria italiana del Novecento.
Favini è stato un interprete eccezionale dell'ingegneria Made in Italy e resterà sempre tra i protagonisti della nostra ricerca.
Aldo Favini (1916-2013)
Aldo nasce il 4 agosto 1916 a Varallo Pombia (No), figlio di Giuseppe, la cui impresa edile si specializza in cementi armati. Studia alla Scuola per periti edili di Roma, dove incontra, come insegnanti, personalità come M. Ridolfi e V. Serao. Con loro partecipa, nel 1935, al concorso per il ponte sul Tevere al Foro Mussolini, occupandosi dei calcoli strutturali. Nel 1937 si iscrive alla Facoltà di Ingegneria di Roma, dove si laurea nel 1942.
Chiamato alle armi, subito dopo l'armistizio passa il confine e viene internato in Svizzera. Durante l'esilio a Losanna ha modo di collaborare con G. Colonnetti e F. Levi e viene introdotto alla tecnica del cemento armato precompresso. Conosce E.N. Rogers, A. Mangiarotti, V. Magistretti e S. Zorzi; trasferitosi a Zurigo svolge ricerche sulle volte sottili.
Alla fine della guerra, nel 1945, rientra in Italia. Nel 1951 brevetta uno dei primi dispositivi italiani per la tesatura e l'ancoraggio dei cavi per strutture in cemento armato precompresso. Nel 1956 realizza, con il suo brevetto, la struttura per la copertura della chiesa di Baranzate insieme ad A. Mangiarotti e B. Morassutti. Negli anni successivi si dedica all'attività professionale, progettando soluzioni strutturali in cemento armato precompresso per costruzioni civili e industriali.
Bibliografia:
A. Favini, Lezioni di cemento armato, Losanna 1945;
A. Favini, Volte sottili in cemento armato, Winterthur 1945;
A. Favini, Calcolo di una volta sottile a forma di conoide, «CA», 2, 1946, pp. 23-25;
A. Favini, Esempio di pensilina in volta sottile di cemento armato, «GGC», 9, 1950, pp. 533-536;
A. Favini, Volte sottili a shed in cemento armato precompresso, «GGC», 2-3, 1960, pp. 161-171;
A. Favini, Copertura in C.A.P. di una chiesa (Baranzate), «GGC», 6, 1960, pp. 479-483;
A. Favini, Chiesa del Sacro Cuore ad Ivrea, Torino, in Realizzazioni italiane in cemento armato precompresso, Roma-Napoli 1962, pp. 313-316;
A. Favini, Stabilimento Kodak di Caserta, «IIC», 10, 1976, pp. 653-668;
C. Castiglia, Su un nuovo tipo di attrezzatura per strutture precompresse, «GGC», 1, 1954, pp. 29-33;
G. Barazzetta (a cura di), Aldo Favini. Architettura e ingegneria in opera, Milano 2004.